Il compleanno dell’imperatore, le scuole chiuse, l’asilo pure.
La settimana appena trascorsa, in questa parte del Giappone, ha piovuto intensamente; dai 22 gradi di martedì siamo scesi a 3 gradi e il freddo e il caldo sono diventati cambi repentini di abbigliamento, riscaldamento, borsa dell’acqua calda, coperte, phon all’ingresso per riscaldare le giacche dei bambini.
È stato commovente vedere Sōsuke nella scuola in cui si è inserito solo da un mese e mezzo, al saggio. È accaduto d’un tratto, alla fine ormai dell’anno scolastico (qui la scuola termina a marzo per ricominciare ad aprile), eppure l’impegno di questo bambino è stato giusto e silenzioso, e l’ho visto ridere e partecipare a tutte le attività con serietà e – timidezza permettendo - entusiasmo.
Nel cortile, mentre cuocevano tra il fogliame le patate dolci coltivate quest’anno dai bambini, giocavano a palla avvelenata (prima tra bimbi poi in uno schieramento genitori alunni), e poi nella grande palestra, dove hanno cantato l’inno della scuola, hanno suonato tutti insieme una musica (ognuno con i propri strumenti – Sōsuke soffiando e pigiando i tasti della melodica azzurra), e dichiarato in piccoli cerchi ciò che hanno amato del secondo anno di scuola elementare e ciò che vorrebbero fare al terzo, ecco, io ho anche parlato a lungo con la madre di una sua compagna di classe, Arisa-chan, la quale, per una casualità, è anche la sorella di una bambina dello stesso asilo di Emilio, che lui ama, forse la sua migliore amica, Rika-chan.
Mi sforzo anch’io di allargare il cerchio delle amicizie, lo faccio non solo per i bambini ma anche per me e per Ryōsuke. I libri, l’amore per la conoscenza, hanno questo effetto collaterale: rendono dolcissima la solitudine .
È stata una settimana oggettivamente difficile, soprattutto umanamente, per tutte quelle relazioni tra il personale e il lavorativo che talvolta mostrano crepe. Eppure, al netto di tutto, ritengo assai utili questi piccoli inciampi sia perché in fondo non sono poi così gravi, sia perché mi rendono più schietta non solo con gli altri, ma soprattutto con me stessa: riesco così, finalmente, a separare professionale da privato e a ottenere ciò che è giusto.
Solo liberata da quel gioco emotivo riesco a dare la priorità non più al rapporto interpersonale, all’altro perché magari non lo si vuole ferire, perchè - pure ingenuamente e senza considerare potesse essere iniquo - ormai ho detto di sì, ma a ciò che è più giusto per me, per l’impegno assoluto che metto in tutto quanto faccio. Devo fare ciò che è necessario per me e per il mio lavoro (che non è un hobby ma è esattamente ciò che dà alla mia famiglia sostentamento).
Mi ha tuttavia ricompensata l’investimento familiare, cucinare i pancake con Emilio e leggere libri con Sōsuke sul divano, con la borsa calda in mezzo, la coperta, con le casse che diffondono il mio suono preferito, quello della pioggia. Un brano di un’ora di temporali e rovesci, pioggia calma, tintinnare di gocce su tetti di chissà dove e chissà quando, registrati e diffusi su piattaforme online, mentre fuori piove davvero ma in silenzio.
Una delle persone che ho più care è tornata ieri a Roma e spero che la mia città natale, per quanto ormai così remota nella quotidianità, lo accolga bene, lo coccoli il giusto. Kamakura con me lo fa sempre e anche Tokyo. Anche in giorni di carico emotivo tanto pesante, anche solo camminare per le strade di questo paese mi dà piacere e leggerezza.
In queste settimane le mie parole migliori finiscono per convogliare nel romanzo, la cui scrittura è un pensiero costante. Ciò che rimane è lo scheletro di una conversazione che spero basti a chi mi legge.
Un poco fatico, certi giorni mi sento banale, ma riesco a perdonarmi sempre. Chiamo i bambini, grido “emergenza cocco(le)”, e loro mi saltano addosso con abbracci e bacini. E la sera, nel lettone, si addormentano l’uno a destra, l’altro a sinistra, mentre ascoltiamo l’audiolibro di Peter Pan.
Buon fine settimana a chi mi legge,
Laura
P.S. E grazie, grazie grazie grazie di cuore per aver votato per L’isola dei battiti del cuore al premio WONDY (https://www.wondysonoio.it/votazione-giuria-popolare/). Manca ancora moltissimo alla fine della votazione ed è assai probabile che sarò superata in breve. Però la gioia di pensare che ogni vostro voto, dai luoghi più remoti, ha richiesto un tempo che mi avete voluto dedicare, ecco… rientra in quelle piccole cose gioiose che mi aggiustano l’umore. Grazie davvero.